Interpretazioni esoteriche ed archetipiche dell'attuale eclissi della coscienza collettiva

 

Da un anno e mezzo stiamo assistendo a quello che in termini junghiani può essere definito, a tutti gli effetti, un oscuramento della coscienza collettiva. In questi casi è facile che si manifestino, anche con estrema irruenza, quegli Archetipi dell'inconscio collettivo che in condizioni normali rimangono sopiti, che rappresentano il microcosmo dei Numi presenti nel macrocosmo della intera creazione. Insieme ad essi acquisiscono potere le eggregore o forme-pensiero, che si nutrono della psiche collettiva, e i Golem, spettri artificiali prodotti dalle emozioni veicolate nella collettività, come ad esempio la paura della morte o l'odio verso l'altro.
Per comprendere quali Numi o archetipi prevalgono in un determinato momento storico, bisogna analizzare la situazione in chiave allegorica e mitopoietica.
Cominciamo da quello che sembra il motivo dominante: il sacrificio della vita dei giovani e/o sani per proteggere i vecchi e/o malati, attuato prima con il lockdown ed ora con la v@ccyn-azione di massa. Premetto che non è mia intenzione emettere giudizi sul valore delle singole vite, ma solo riportare un'analisi lucida e razionale. Nelle fiabe (a tal proposito vi invito a leggere il mio libro Storie Antiche come l'Anima, l'interpretazione psicologica ed esoterica delle fiabe, Psiche2 Edizioni - Maggio 2018) il vecchio re infermo o morente incarna la coscienza collettiva di una società che è arrivata al suo declino finale. Non a caso egli è spesso un tiranno, destinato ad essere spodestato da un giovane principe: questo esprime la necessità di un rinnovamento culturale e sociale, la nascita di una nuova e più equilibrata coscienza collettiva. Nel nostro caso, in questa ostinazione di sacrificare giovani vite con la scusa di proteggere vite più anziane e fragili, si evince un tentativo del vecchio tiranno di aggrapparsi al suo trono, di tenere stretto quello scettro del potere che egli sa benissimo dovrà presto lasciare. La vecchia coscienza collettiva non vuole morire; essa oppone una strenua resistenza e lo fa brutalizzando la coscienza nascente, quella portatrice di nuovi valori. Nel contemplare gli occhi limpidi di Stefano Paternò o della giovanissima Camilla Canepa, mentre leggo i soliti mantra volgari sdoganati pappagallescamente dai devoti del vecchio tiranno, non posso fare a meno di pensare che i sacrifici umani in nome di un illusorio bene della collettività si stiano ripetendo.
Quale Nume arcaico presiede i sacrifici umani ed è connesso alla figura fiabesca del tiranno? Certamente il cananeo Moloch, il cui nome originario significa "Re". Moloch è un dio pre-biblico, ma biblicamente può essere assimilato al Trono della Bestia ed al relativo numero 666. La Bestia (Therion) rappresenta il potere terreno, con tutte le sue conseguenti devianze: è il materialismo che la società dei consumi ha portato all'estremo, l'utilitarismo, l'egemonia finanziaria, la sessualità esasperata e la sado-pornografia ormai disseminata ovunque, il disprezzo per tutte le cose spirituali. Perciò il suo scopo è preservare in ogni modo la vita in questa dimensione, la sopravvivenza biologica, senza la quale diventano nulle anche le più grandi ricchezze accumulate: ed ecco che per farlo diventa il Leviatano della scienza moderna, che si concentra unicamente sulle funzioni organiche e nega ogni altra dimensione dell'esistenza, nonché l'interazione tra le dimensioni stesse dell'uomo - fisica, spirituale, animica. Si dice spesso, e non a torto, che lo scientismo sia la nuova religione. Il dogmatismo che lo contraddistingue, infatti, non è casuale. Ma il Leviatano si spinge oltre, vuole preservare il potere su questo mondo ad ogni costo. Così ricorre alla tecnologia e punta al transumanesimo, quindi al superamento dell'umano, visto dal materialismo imperante come limite e non come prezioso potenziale.
Nella narrazione cristiana, il tiranno è Erode. Erode sa che il suo regno si appresta alla fine, che verrà il nuovo regno di un giovane principe: costui sarà il "Re dei Re" e "Signore dei Signori". Detronizzerà i vecchi idoli come Moloch e Baal (Baal significa signore, padrone. Oggi stiamo assistendo ai violenti colpi di coda della tirannide dei padroni, ossia di coloro che detengono ricchezze materiali e potere politico). Ecco perché il re Erode ricorre a tutto pur di impedire l'ascesa del nuovo re, giungendo persino alla mattanza dei bambini. Ma il cucciolo di stirpe divina sopravvive. L'era messianica è invincibile. Il tolkeniano "Ritorno del Re" è solo un'altra metafora.
Il tiranno non si fermerà, questo dobbiamo tenerlo presente; non abbandonerà la corona tanto facilmente. Ma è destinato ad essere sconfitto, come la Bestia biblica. Così come il nuovo re è destinato a trionfare.
Spero che questa consapevolezza possa dare speranza a tutti noi.
 
MR
 
Statua del dio Moloch

 

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